venerdì 21 dicembre 2012

ecco perchè l'Italia uscirà dall'euro

ECCO PERCHE' L'ITALIA USCIRA' DALL'€URO

Le elezioni prossime e il nostro futuro visto da un economista inglese

Di Ambrose Evans-Pritchard*

L'opposizione della Cgil al governo Monti
Un aglosassone fuori dal coro. Mentre Financial Times e Wall Street Journal, hanno fatto un endorsement per un Monti-Bis, Evans-Pritchard la pensa all'opposto, spiegando perché l'Italia dovrebbe applicare una terapia opposta a quella suicida di Monti.
In termini pro capite l'Italia è una nazione più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9mila miliardi) di ricchezza privata. Ha il più grande avanzo primario di bilancio del blocco G7. Il suo debito combinato pubblico e privato ammonta al 265% del PIL, inferiore a quello in Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti o Giappone.
Per l'indice del Fondo monetario internazionale il punteggio dell'Italia è il migliore per "sostenibilità a lungo termine del debito" tra i principali paesi industrializzati, proprio perché, sotto Berlusconi, ha riformato per tempo la struttura del sistema pensionistico. «Hanno un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario. Se c'è un paese dell'eurozona che potrebbe trarre beneficio dall'abbandonare l'euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l'Italia», ha detto Andrew Roberts di RBS.
«I numeri parlano da soli. Pensiamo che nel 2013, non si tratterà di sapere quali paesi saranno costretti a lasciare l'euro, ma chi sceglierà di andarsene». 

Uno studio basato sulla "teoria dei giochi" condotto da Bank of America ha concluso che l'Italia guadagnerebbe più di altri membri dell'UEM sganciandosi e ripristinando il controllo sovrano sulle sue leve politiche.
La sua posizione patrimoniale sull'estero è vicina all'equilibrio, in netto contrasto con la Spagna e Portogallo (entrambi in deficit per oltre 90% del PIL). L'avanzo primario implica che può lasciare l'eurozona in qualsiasi momento lo desideri senza dover affrontare una crisi di finanziamento.
Un tasso di risparmio elevato significa che qualsiasi shock del tasso di interesse dopo il ritorno alla lira sarebbe rifluirebbe nell'economia attraverso maggiori pagamenti a obbligazionisti italiani —spesso ci si dimentica che in l'Italia i tassi reali erano molto più bassi sotto la Banca d'Italia.
Roma possiede una serie di carte vincenti. Il grande ostacolo è il premier Mario Monti, installato a capo di una squadra di tecnocrati grazie al golpe del novembre del 2011 voluto dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dalla Banca centrale europea —tra gli applausi dei media e della classe politica europea.
Monti potrebbe essere uno dei grandi gentlemen d'Europa, ma è anche un sommo sacerdote del progetto UE e, in Italia,  un promotore decisivo dell'adesione all'euro. Prima se ne va, prima l'Italia può fermare la diapositiva in depressione cronica.
I mercati sono, ovviamente, inorriditi che si dimetta una volta approvata la legge di  bilancio 2013, aprendo la porta al caos politico all'inizio del prossimo anno. I rendimenti sui 10 anni del debito italiano, lunedì sono cresciuti di 30 punti base. «L'armistizio è durato 13 mesi. Ora la guerra continua. Il mondo ci guarda con incredulità», ha scritto il Corriere della Sera.
Il rischio immediato per gli investitori obbligazionari sta nel Parlamento fratturato, con la possibilità "25%" della vittoria da parte delle forze euroscettiche, cioè Berlusconi, la Lega Nord e il comico Beppe Grillo, dato nei sondaggi vicino 18% . «Siamo condannati se non vi sarà chiara maggioranza in parlamento», ha detto il prof. Giuseppe Ragusa dell'università Luis Guido Carli di Roma.
Qualsiasi risultato del genere lascerebbe i mercati obbligazionari palesemente esposti come lo erano nel luglio scorso, durante l'ultimo spasimo della crisi del debito in Europa. Roma avrebbe ancora meno probabilità di richiedere un salvataggio e firmare un "Memorandum" rinunciando alla sovranità fiscale [precondizione prevista dal Fiscal compact affinché entri in azione la BCE per tenere a bada i rendimenti dei titoli italiani. Ndt].
Tutti quegli investitori che dopo la promessa di Mario Draghi che la Bce avrebbe fatto tutto il possibile per salvare l'eurozona si sono riesposti sul debito italiano (e quello spagnolo), potrebbero scoprire che Draghi non in grado di tenere fede alla sua promessa. Le sue mani sono legate dalla politica. I detentori dei titoli italiani non possono non essere preoccupati. Ma gli interessi della democrazia italiana e quelli creditori stranieri non sono più allineati. Le politiche deflazionistiche stile anni '30 imposte da Berlino e Bruxelles hanno spinto il paese in un vortice greco. la Confindustria ha detto che la nazione è ridotta in macerie.
Gli ultimi dati confermano che la produzione industriale in Italia è in caduta libera, giù del 6.2% rispetto all'ottobre di un anno prima. «Abbiamo visto, negli ultimi 12 mesi, un crollo completo del settore privato», ha detto Dario Perkins, del Lombard Street Research. «La fiducia delle imprese è tornata ai livelli dei momenti più bui della crisi finanziaria. La fiducia dei consumatori è la più bassa di sempre. Berlusconi ha ragione a dire che l'austerità è stata un completo disastro». 
I consumi sono è scesi del 4.8% anche a causa della stretta fiscale. «Questi numeri non hanno precedenti. Il rischio per il 2013 è che la caduta sarà ancora peggiore», ha detto il presidente di Confcommercio.
Le origini di questa crisi risalgono a metà degli anni '90, quando il marco e la lira sono stati inchiodati per sempre ad un tasso di cambio fisso. L' Italia aveva la Scala mobile salariale ed era abituata all'inflazione.  Le vecchie abitudini sono dure a morire. L'Italia ha così perduto progressivamante dal  30% al 40% di competitività del lavoro rispetto alla Germania. Il surplus commerciale storico con la Germania è diventato un grande deficit strutturale.
Il danno ormai è fatto. Non è possibile riportare indietro le lancette dell'orologio. Eppure, questo è esattamente ciò che le élite politiche dell'Ue stanno cercando di fare con l'austerità e la drastica "svalutazione interna". Tale politica può funzionare in una piccola economia aperta come quella irlandese, con alti ingranaggi commerciali. In Italia significa replicare l'esperienza della Gran Bretagna dopo che Winston Churchill fece tornare la sterlina all'ancoraggio all'oro tornando così al tasso sopravvalutato del 1925. Come Keynes disse acidamente, i salari sono condannati a scendere. Gl inglesi pagarono con gli stenti i cinque anni successivi. L'effetto principale di questa politica è quello di portare alle stelle il tasso di disoccupazione. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è 36.5% e va aumentando.
Il commissario Monti, con la stretta fiscale, si è mangiato quest'anno di 3.2% del Pil,  tre volte la dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione economica per farlo. L'Italia ha avuto un budget vicino al saldo primario nel corso degli ultimi sei anni. È stato, sotto Berlusconi, un raro esempio di rettitudine.
L'avanzo primario raggiungerà 3.6% del PIL quest'anno e 4.9% l'anno prossimo. Non si potrebbe essere più virtuosi. Eppure il dolore è stato più dannoso che inutile. L'inasprimento fiscale stesso ha spinto debito pubblico in Italia da un equilibrio stabile in  zona di pericolo. Il FMI dice che il debito sta crescendo molto più velocemente di prima, saltando da 120% dello scorso anno a 126% di quest'anno per salire al128% nel 2013.
L'economia ha subito una contrazione per cinque trimestri consecutivi. Citigroup dice che questa non si riprenderà fino al 2017. Sarebbe straordinario se gli elettori italiani tollerassero questa debacle per lungo tempo, nonostante Pier Luigi Bersani vincerà le elezioni con un centro-sinistra pro-euro. I dati dell'indagine del Trust PEW mostrano che solo il 30% ora pensano che l'euro è stato un "buona cosa".
Il coro in favore dell'uscita dell'eurozona è stato silenziato dopo la promessa di salvezza di Draghi. Cinque mesi dopo, è chiaro che la crisi è più profonda è ancora purulenta. Le voci sono di nuovo sempre più forti. 
Berlusconi gioca maliziosamente con il tema, un giorno accenna alla sua "pazza idea" di autorizzare la Banca d'Italia a stampare euro con aria di sfida, il successivo dicendo "non è una bestemmia dire di lasciare l'euro".
Il suo linguaggio ha avuto toni più duri questa settimana. «L'Italia è sull'orlo del baratro. Non posso permettere che il mio paese si immerga in una spirale senza fine recessione. "Oggi la situazione è molto peggio di un anno fa, quando ho lasciato il governo. Abbiamo  milioni di disoccupati, il debito è in aumento, le imprese stanno chiudendo, le aziende stanno crollando, e il mercato delle auto è distrutto. Non possiamo continuare ad andare avanti in questo modo. " Infatti non si può.
* Fonte : Telegraph del 10 dicembre ** traduzione a cura di SollevAzione

lunedì 3 dicembre 2012

L'anticristo è tra noi

"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare." Albert Einstein
“Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo"
 
29 novembre 2012

L'ANTICRISTO E' FRA NOI

In questo drammatico ed interminabile periodo di transizione (lo si potrebbe definire anche di "rivelazione" - quello che anni addietro veniva definito complottismo, oggi viene palesato come normalità) tutto ciò che accade nel mondo del dominio globale è diabolicamente perfetto, strutturato fin nei minimi particolari, onde evitare un fallimento dei loro loschissimi progetti...
Mi spiegherò facendo un piccolo esempio che può essere rapportato a tematiche di altro argomento: il malcontento dell'italiano medio, i privilegi della casta, la politica & l'antipolitica; quattro elementi strettamente collegati fra loro che permetteranno la sopravvivenza (e probabilmente il rafforzamento) del sistema stegocratico dell'usura legalizzata internazionale.
Se chiedessimo al passante di turno il perchè della recessione o per quale motivo il debito pubblico cresce senza sosta, egli risponderebbe come un automa : "è tutta colpa dei privilegi della casta se siamo in crisi" e questo suo profondo odio non gli permetterà di comprendere che il problema da lui citato è solo una goccia nell'oceano.

Si fiderà dell'ultimo pifferaio magico di turno e del centrodestrasinistra, praticamente cederà le chiavi di casa a ladri ben vestiti...
Nel prossimo futuro con leggeri tagli al millesimo del pil (il costo delle istituzioni) i politicanti di turno avranno l'alibi per mandare avanti la giostra dell'euro - usura e passeranno altri anni senza che nulla venga risolto; non dimentichiamoci che il MES (presentato alle masse come fondo salva stati) ci regalerà vent'anni (e forse anche più) di manovre finanziarie durissime puntate come sempre sulle fasce deboli della società.

Nell'assurdo presente è facile vedere per strada banchetti informativi delle varie sigle politiche o speculatori finanziari adesso devoti al bene del paese...
le ricette? nella sostanza identiche:
  • riduzione del debito pubblico tramite dismissione dei beni statali 
  • maggiore flessibilità (io traduco in maggiore sfruttamento e minore salario) 
  • più europa (per cui il potere sempre più lontano ed intoccabile) 
  • riduzione dei parlamentari (meno rappresentanti = più controllo dell'elite)
Tutti questi slogan vengono proposti da tizi abbastanza ferrati in materia politica economica che ha desiderio di accaparrarsi una poltrona anche a costo di mentire spudoratamente alla gente ignorante.



Oggi un tornado si fionda sull'Ilva (in Puglia?!) subito dopo la sua chiusura, il messaggio è più che chiaro:
L'Ilva deve chiudere perchè la NATO deve usarla come base navale.
La questione ambientale è solo un pretesto.
L'Ilva fa morire di cancro dal 1960 e tutti (sottolineo tutti) lo sapevano
L'Italia deve De-Industrializzarsi, perire nel debito artefatto ed inestinguibile, svendere il patrimonio pubblico (a breve toccherà all'Imps) e negare l'assistenza sanitaria pubblica.
Questi sono gli ordini della "stregocrazia": a noi tocca subire in silenzio perchè non abbiamo gli attributi per reagire.
Insomma alla prossime elezioni si potrà solo peggiorare, ma ciò che mi fa star male è il vedere gente che ascolta questi falsi profeti ; un paese composto da gente consapevole avrebbe boicottato qualsiasi loro comizio, cosa che non accade salvo rare eccezioni.

Prestate attenzione a chi ci parla di riduzione della spesa pubblica, essi vogliono che ci diamo la mazzata sui piedi perchè l'italiano medio attiva le sue sinapsi e sviluppa il binomio spesa pubblica = tagli alla casta.
TOTALE PAZZIA! I guru del liberismo mirano alle pensioni, alla sanità, all'istruzione e tutto quello che può far gola agli usurai internazionali venerati dalla stampa come "unti del signore"
concludo: chi sono i sayanim (e soprattutto cosa fanno)?
Di Spadaccinonero

lunedì 26 novembre 2012

chi sono i maiali da salvare?

Chi sono i maiali da salvare?
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In Europa dicono che siamo Pigs, maiali, e ci ricordano costantemente che dobbiamo essere salvati. Eppure, proprio all’Europa abbiamo dato più soldi di quanti non ne abbiamo presi. Tra il 2000 e il 2011 abbiamo versato nelle casse di Bruxelles 145 miliardi di euro, e ne abbiamo ricevuti 120. Abbiamo cioè lasciato giù 25 miliardi secchi: 50mila miliardi di lire. Non male, per essere considerati "maiali da salvare".

Ma noi siamo brutti, sporchi e cattivi: abbiamo "la casta", una specie di scabbia che si prende insieme alla cittadinanza. In Europa al contrario sono tutti campioni di rigore, onestà e trasparenza. Come accadde quando qualcuno si prese la briga di controllare cosa combinava la Commissione Santer, e scoprì che si verificava una gravissima malagestione dei fondi, che in alcuni casi venivano anche "distratti", e per non farsi mancare niente assumevano a manetta anche parenti e amici (tecnicamente, si chiama nepotismo e familismo). Tutti i commissari furono costretti a dimettersi perché, fu scritto testualmente, "non potevano non sapere". Tra quei commissari c'erano Mario Monti ed Emma Bonino. Ma non ditelo al Corriere della Sera, non amano ricordarlo.

Qualcuno ha poi fatto le pulci all'utilizzo che dei fondi - compresi i nostri 50mila miliardi di lire - si fa a Bruxelles. Ne sono uscite fuori cose interessanti. Ve ne elenco qualcuna:

- 411mila euro per un centro fitness per cani, che non è mai stato costruito.
- 900mila euro per corsi di golf, hotel, piscine e centri benessere che hanno ospitato Angela Merkel.
- 5 milioni in limousine per i parlamentari europei.
- 1 milione e 600mila euro al Re di Svezia travolto dagli scandali sessuali, per coprire le sue perdite finanziarie.
- Oltre 5 milioni per un centro culturale, una specie di “bocciofila” evoluta in Lussemburgo per burocrati europei molto snob.
- 5 milioni e mezzo per una città del lusso in Ungheria, con tanto di finto Ponte dei Sospiri.
- 7 milioni per un finto paesaggio canadese che scimmiotta lo Yukon, allo zoo di Hannover.
- 44 mila euro in cocktails per festeggiamenti.
- 150mila euro a Londra per corsi di golf e per dare la caccia alla volpe.
- 40mila euro in regali per il Consiglio d'Europa.
- 238 euro a parlamentare in cartoline.
- 57mila euro per una orchestra europea fatta di soli joystick da computer, quelle graziose levette che servono per giocare.
- 2milioni e mezzo per la costruzione di un villaggio romano in Germania.
- Quasi 1 milione e mezzo nello sviluppo di videogiochi.
- 16mila euro a contadini tirolesi per potenziare la loro connessione emotiva con il paesaggio.
- 7 milioni e mezzo di fondi europei all'Andalucia, che li ha utilizzati per spiegare a cosa servono i fondi europei.

E come dimenticare il pezzo della TV tedesca che inseguiva Giorgio Napolitano all'aeroporto - un vero e proprio cult - , chiedendogli conto dei rimborsi per i voli da Bruxelles a Roma e viceversa, per i quali percepiva 800 euro a tratta, spendendone tuttavia solo 90 grazie ai voli low-cost?

Ma l'Europa è una gran figata, mentre noi abbiamo "la casta". Nel frattempo, abbiamo già pagato 15 miliardi di anticipo per il fondo salva-stati che, intanto che aspettiamo di essere salvati, sono già stati investiti nel cosiddetto Club della Tripla A, cioè in titoli di stato tedeschi, olandesi, svedesi, finlandesi, inglesi, danesi. Stiamo togliendo il pane di bocca ai nostri imprenditori per finanziare le loro economie.

Allora: chi sono i maiali da salvare?

Fonte: http://www.byoblu.com/post/2012/11/24/CHI-SONO-I-MAIALI-DA-SALVARE.aspx

domenica 18 novembre 2012

Elsa Fornero ammette il Golpe Finanziario. Ora si apra un fascicolo d’inchiesta. Di Paolo Barnard


Voi milioni di italiani pestati a mazzate dalla riforma delle pensioni di Elsa Fornero, voi esodati, voi che avete subito, che sempre subite, voi senza voce, e voi giovani che non avete lavoro perché gli anziani sono oggi incatenati a lavorare dalle decisioni di questa lugubre sicaria dell’Economicidio italiano, voi…
 Perché vi hanno fatto tutto questo? Cosa vi hanno detto? Vi hanno detto che era nell’interesse del Paese, che risparmiare attraverso i vostri sacrifici era la via dura, ma virtuosa, per ridare speranza all’Italia, che per voi ultra sessantenni significa i vostri figli, vero? Vi hanno detto questo, e voi, che a 17 anni vi riboccaste le maniche per tirarla su quest’Italia che viaggiava in 600 e aveva una sola tv in bianco e nero per condomino, anche questa volta lo farete, stringerete i denti, perché “è per i nostri figli”. Anziani, vi dicono che meno pensione è necessario per lo Stato, per tutti i cittadini, che è necessario…
 Anziani, meno pensione è necessario per lo Stato, per tutti i cittadini, è necessario. Anziani, meno pensione è necessario per lo Stato, per tutti i cittadini, è necessario......
 Pomeriggio del 15 novembre 2012, WorldPensionSummit ad Amsterdam, la conferenza che riunisce i colossi mondiali delle pensioni private, gente con interessi finanziari per 1.925 miliardi di dollari, millenovecentoventicinque miliardi. Cioè: solo in quella sala erano presenti una decina di gruppi privati con interessi quasi pari all'intero Prodotto Interno Lordo italiano. Sono quelli che aspettano a bocca spalancata come lo squalo bianco sotto la barca, che la barca affondi, l’Inps. Sulla barca ci siete voi, vogliono i vostri soldi, la vostra pensione, i contributi di chi lavora. E voi, torturati dalla Fornero e da quelli che a lei seguiranno, glieli darete, farete le pensioni integrative costretti a mazzate, e loro ci speculeranno sopra cifre inimmaginabili. Poi, quando uno o cento di questi gruppi esploderanno come accaduto negli USA nel 2007, milioni di voi perderanno la pensione per sempre. Ma chissenefrega, voi siete la gente, quelli che non contano.
 Ok, è il pomeriggio del 15 novembre, al WorldPensionSummit prende la parola Elsa Fornero e dice che
 I cambiamenti portati dalla riforma delle pensioni del governo Monti erano necessari per compiacere i mercati finanziari, altrimenti i mercati avrebbero devastato l’Italia.
 Fermi, fate un lungo respiro, per favore. La capite la gravità di questa cosa detta e firmato da un Ministro della Repubblica?
Un Ministro di un Paese, che risponde allo Stato, alla Costituzione, e al popolo sovrano, il cui dovere costituzionalmente sancito è l’interesse pubblico nello Stato, ha fatto una riforma delle pensioni per compiacere le banche, le assicurazioni, i fondi monetari, gli hedge funds, cioè i gruppi privati di speculatori dediti al profitto che, altrimenti, ci avrebbero distrutti, distrutto l’intero Paese.
Un Ministro di un Paese, che risponde allo Stato, alla Costituzione, e al popolo sovrano, il cui dovere costituzionalmente sancito è l’interesse pubblico nello Stato, NON HA FATTO un riforma delle pensioni per motivi legati all’interesse del popolo sovrano. Non è vero che la riforma Fornero è la cura economica giusta per l’Italia. Poteva essere l’abolizione nazionale del diritto di allattare i figli, non importa un accidenti, ma se la ordinavano i mercati il Ministro della Salute era costretto a sancirla.
Viviamo in un golpe finanziario. Lo Stato non esiste più, Monti e la Fornero lavorano per i mercati violando la Costituzione. Il presidente Napolitano è in coma. In centinaia di procure italiane sono state depositate denunce di cittadini esattamente su questo. Esiste un giudice degno in questo Paese? Apra un fascicolo d’inchiesta, altrimenti Silvio Berlusconi aveva ragione. Magistrati siete servi di chi?

martedì 13 novembre 2012

Cibo per la mente

KESHE fondation Volo e creazione di luce da altrogiornale
http://www.youtube.com/watch?v=C6ionKZY4Hw&feature=player_embedded

Grillo il Gallo ? di da Stampalibera
http://www.stampalibera.com/?p=55221#more-55221


Perchè Monti è un criminale,spiegato a tua figlia di paolo Barnard

Perché Monti è un criminale, spiegato a tua figlia.

Cara ragazza, l’economia è tutto, perché è il motore che fa andare tutto quello che ci sostiene nella vita, dal lavoro, alle case, la scuola, la sanità, la cultura, la libertà, fare figli, progettare, persino amarsi, perché senza economia, cioè in assenza di mezzi, l’essere umano non ha più spazio per nessuna di queste cose. Ti fa specie che abbia menzionato l’amore? Prova a essere serena col tuo futuro bambino o col tuo amato se ogni santo giorno hai l’angoscia di non avere abbastanza per la casa, per curarli, per proteggerli. Impossibile.
L’economia si fa in due modi.
1) la si studia sui libri o nei congressi fra cervelloni.
2) la si usa in politica per mantenere il tuo Paese.
Mente i primi dovrebbero studiare per il beneficio del 99% di noi persone (e spesso non accade), la politica DEVE usare l’economia per il beneficio del 99% di noi persone. Punto. Zero discussione. Ok? Quanto sopra dovrebbe, in un mondo sano, essere tanto scontato quanto il fatto che l’acqua si beve. Ma no. Non è affatto così. Oggi, al contrario, l’economia dei politici serve nel 99% dei casi all’interesse dell’1%, cioè dei potenti e della finanza. Perché glielo permettiamo? Perché ci tengono nell’ignoranza di economia. Tu e le tue amiche/amici sapete che c’è la crisi, e quindi dobbiamo tutti stringere la cinghia. Lo dice il professore serio con la faccia da primario che sta a Roma. Tutti i politici annuiscono con tono greve. Ma no, è tutto falso.Non c’è una crisi. C’è un disastro creato appositamente per rubare ricchezza al 99% di noi, così che i politici possano fare nel 99% dei casi l’interesse dell’1% dei potenti, che gli garantiscono la carriera. Questa tragica truffa oggi te la spacciano per ‘l’economia’. No! Perché, cosa ancora più grave, l’ECONOMIA SANA, quella che tutelerebbe noi persone comuni fino al benessere per tutti, ESISTE! C’è eccome, e porta la firma di grandissimi studiosi di fama non solo mondiale, ma anche storica.
Attenta qui: se stiamo tutti soffrendo lo strazio della finta crisi, e se invece si potrebbe stare tutti meglio con una diversa economia, è ovvio che i politici che ci nascondono la cura sono dei delinquenti. Hai dubbi? Parla coi disoccupati; con le donne che abortiscono perché hanno perso il lavoro e non possono mantenere il bambino, pensa a che orrore avranno dentro; parla coi genitori che ogni sera arrivano a casa distrutti dal lavoro e con in tasca due soldi, che non avranno neppure la testa per parlare ai figli che cresceranno nella tensione continua e nella solitudine; parla con gli ammalati che aspettano mesi per una cura, e che poi scoprono che quell’attesa li ha condannati a morire; parla con chi ha investito tutti i sacrifici di una vita per metter su un’attività, e oggi vede questa falsa crisi distruggergliela. Magri uno di questi è tuo padre… Perché devono soffrire così se non è necessario? Non è delinquenziale questo?
Ma allora cos’è successo a quell’economia sana, così autorevole? Ce l’hanno nascosta, l’hanno fatta sparire dai libri di testo, gli intellettuali temono a parlarne, perché i padroni delle loro carriere gli toglierebbero fama e incarichi. I politici idem. Ma nel frattempo milioni di noi soffrono inutilmente. Orribile.
Bene. Oggi un tal Mario Monti è il capo del tuo governo. Ed è in prima fila a nasconderci l’economia sana, mentre fa di tutto per distruggere quel poco di economia che ancora ci rimane. Già questo è un delitto. Ma più precisamente, ecco perché Monti è un criminale.
RAGIONE UNO.
La Costituzione dell’Italia è la più alta Carta giuridica del Paese, inviolabile. Essa inizia con un articolo di importanza storica, eccolo
Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Ok. Il capo del tuo governo è il funzionario PUBBLICO numero uno dell’Italia. Ok. Facciamo uno più uno:
1 La massima legge del Paese dice che il lavoro è tutto
+
1 Monti sta facendo di tutto per distruggere il lavoro: Monti lo precarizza sempre più; Monti ci tassa le attività a morte e questo causa licenziamenti in massa; Monti taglia la spesa di Stato, gli stipendi pubblici e le pensioni, e questo impoverisce tutti, ma se siamo più poveri compriamo di meno, se compriamo di meno le aziende o i negozi non vendono, sono costretti a licenziare e non assumono; di nuovo mazzate al lavoro.
=
Monti lavora violando la massima legge italiana nel suo articolo numero 1. Monti è un criminale costituzionale. Gravissimo.
RAGIONE 2
Gli studiosi dell’economia sana, e ripeto, sono grandi nomi mondiali dell’economia, hanno sancito che il danno più distruttivo in assoluto per l’economia di una nazione si chiama disoccupazione. Chi non lavora non solo costa allo Stato un sacco di soldi inutili, ma è proprio ricchezza perduta, gettata nella discarica. Immagina questo esempio: un bellissimo campo ha prodotto un oceano di fragole, pesche, ciliegie, patate, mirtilli, grano, uva… occorrono 1000 uomini per raccogliere tutto e offrirlo a noi persone. Ma 400 di questi uomini non lavorano, cioè, i politici NON LI FANNO LAVORARE. Il 40% di tutto quel ben di Dio rimarrà quindi nel campo sotto al sole a seccare e a marcire. Allucinante, inaccettabile. Cioè: i disoccupati sono ricchezza reale sottratta alla società, ricchezza che potrebbe arrivarci, ma è invece buttata via. Ok.
La disoccupazione può, raramente, essere causata da problemi genuini, ma quasi sempre è… sì, incredibile a dirsi, è il frutto dell’uso di quell’economia distruttiva, di cui Mario Monti è il primo paladino in Italia. Puoi quindi immaginare che Monti con le sue enormi tasse e i suoi tagli alla spesa MANTIENE IN VITA LA DISOCCUPAZIONE DISTRUTTRICE, anche se potrebbe scegliere l’economia sana e abolire la disoccupazione del tutto. E allora…
… ti chiedo: un politico che mantiene apposta in vita questa distruzione che ci danneggia tutti, che fa soffrire milioni di persone, e che avvantaggia solo i suoi amici potenti, non è un criminale? Non è un crimine fare questo al tuo Paese quando ci sarebbe l’alternativa?
RAGIONE 3
Mario Monti sta assassinando l’economia della tua Italia per favorire i suoi patròn ideologici, che sono i mega industriali (soprattutto tedeschi) e i mega banchieri. Guarda, non ti annoio qui con i dati di cosa è successo in questi mesi e che provano senza dubbio quanto ho detto. Ti cito solo un episodio: il mio falegname, con un’aziendina di 4 persone, ha chiesto un prestito a una banca per 30.000 euro. Lo ha fatto per non chiudere, vuole lavorare. Ma no. La banca glieli ha rifiutati. Questa banca si chiama Monte dei Paschi di Siena, famosa. E’ intervenuto Monti? No. Potrebbe intervenire? Certo! La politica fa le leggi e può costringere le banche ad aiutare noi persone comuni. Poi cosa è accaduto? Che un giorno è stato proprio questo Monte dei Paschi di Siena ad avere bisogno di soldi, ma tanti eh? Sai quanti? Due miliardi di euro… sì, hai capito bene. E cosa ha fatto Monti? Glieli ha dati subito, come no?! Sai cosa avrebbe risposto questo Monti al mio falegname, e a tutti i poveri italiani come lui, se gli avesse chiesto i 30 mila? Questo: “No! Lo Stato deve fare ordine nei conti, ci dispiace, abbiamo le casse vuote”. Infatti questo sta dicendo Monti a tutti noi lavoratori, agli ammalati in difficoltà, ai genitori senza casa, ai disoccupati, ai pensionati minimi, ecc. Dobbiamo soffrire e zitti. Ma poi ci sono subito due miliardi per il suo amico banchiere, sull’unghia, e non solo per lui, anche per gli altri banchieri. E questo non è criminale? Ragazza: questo sta ammazzando la tua economia, e senza di essa tu non sei più protetta, non hai più diritti.
RAGIONE 4
La durezza delle privazioni economiche e la paura per il futuro che queste generano nelle persone, possono giocare bruttissimi scherzi alla società, veramente orribili. A scuola hai sicuramente studiato il nazismo. Come è nata una simile aberrazione storica? Come fece quell’ometto insignificante di Hitler a trasformare quello che era un gruppetto di sparuti fanatici in un regime che ha distrutto l’Europa? Risposta: le Austerità.
No, non è affatto una boutade. Oggi tu sai che Monti e i suoi complici della tecnocrazia europea stanno distruggendo passo dopo passo il nostro benessere con queste politiche economiche chiamate Austerità. Come detto sopra, esse impoveriscono severamente milioni di persone per il beneficio di una elite, creano crisi, le crisi creano paura e ansia nella gente. Accadde proprio questo, seppur su scala molto più ampia, con la Germania sconfitta nella Prima Guerra Mondiale. I Paese vincitori, che oggi nell’Eurozona sono i Paesi del nord, ebbero il potere col Trattato di Versailles di imporre Austerità feroci alla Germania, per obbligarla a ripagare i suoi debiti di guerra. Oggi ce le impongono per farci ripagare altri debiti, che oltre tutto non sono neppure veri debiti, ma lasciamo stare. Nel caso della Germania del 1919, l’errore tragico non fu nel pretendere un compenso per i danni che aveva causato, ma fu di pretendere dai tedeschi sacrifici assurdi per le riparazioni di guerra. Li spremettero come schiavi, al punto che uno dei più grandi economisti della Storia, John Maynard Keynes, scrisse a quel tempo un’opera celebre dove denunciava le Austerità contro la Germania come eccessive e crudeli. Risultato: Hitler compare sulla scena e catalizza la disperazione e la paura dei tedeschi, promette salvezza e… milioni di cittadini terrorizzati dalle privazioni gli si buttano dietro. Il Nazismo.
Esagerato!!” dirai. Un cavolo. Sai cosa è successo in Grecia alle ultime elezioni? I greci alla disperazione propria a causa delle Austerità del club di politici europei amici di Monti hanno eletto in parlamento un partito apertamente… neo-nazista. Ma ti rendi conto? Ma ti pareva possibile una cosa simile nel mondo civile del terzo millennio? Ecco cosa accade ad esasperare la povera gente con le Austerità, e nel nome di una economia truffa al servizio dei poteri finanziari. Nell’Italia in crisi ed esasperata abbiamo già forze pronte a raccogliere la disperazione e la paura di tanti per imporre soluzioni anti democratiche, odio e violenza. Si tratta di forze che in un’economia sana al servizio del 99% di noi sarebbero ignorate da tutti, ma oggi, nel clima d’incertezza e di privazione causato da Monti, stanno drizzando la loro brutta testa.
Monti quindi sta sospingendo l’Italia verso una disgregazione democratica gravissima, un vero crimine contro lo sforzo che questo Paese ha fatto per ritagliarsi una civiltà moderna dopo il fascismo. Ricordati: Monti è il Presidente del Consiglio di una nazione pacifica, e ne sta avvelenando la fibra democratica con conseguenze gravissime. Anche questo è un crimine.
Ho spiegato abbastanza? Forse no. Allora questo: la Mafia è criminale no? Certo che sì. Può la Mafia, che è criminale, attentare all’articolo 1 della nostra Costituzione? Può creare milioni di disoccupati e distruggere l’economia? Può causare il crollo dei redditi milioni di lavoratori e di anziani? Può sospingere gli italiani verso derive autoritarie fascistoidi in accordo coi maggiori politici europei? No, non può. Monti e i suoi partner lo stanno facendo. Allora come possiamo dire che la Mafia è criminale e che Mario Monti e i suoi amici speculatori non lo sono? Ciao, tuo PB

lunedì 12 novembre 2012

cibo per la mente

Merril-linch:all'Italia conviene uscire dall'Euro
 L'Uscita dall'Euro e i terroristi
 Le origini segrete della banca d'Inghilterra

IL TRIBUNALE DI TRANI AVANZA NELL’INCHIESTA INCRIMINANDO LE AGENZIE DI RATING
DI ANTONIO DE MARTINI corrieredelllacollera.com


E L’ECONOMICIDIO STA ARRIVANDO IN GERMANIA DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

giovedì 8 novembre 2012

Cibo per la Mente

CIBO PER LA MENTE

Il fallimento dell’austerity. La sinistra si interroghi sulla permanenza nell’euro
di Emiliano Brancaccio (Pubblico, 6 novembre 2012)
L’aspetto più inquietante dell’ultimo rapporto ISTAT non risiede nella notizia che la disoccupazione in Italia ha fatto registrare l’ennesimo picco. L’allarme principale riguarda il 2013: per l’anno prossimo l’istituto nazionale di statistica prevede ancora recessione e un incremento ancor più accentuato dei senza lavoro……
Salvatore Tamburro i Dati dell’Austerity

Armi psicotrope in grado di manipolare vaste masse di persone  su scala Globale.



Fusione Fredda: l’UE nega il brevetto dell’E- CAT dell’ingegnere Andrea Rossi

lunedì 5 novembre 2012

piccoli Prodi fioriscono di Alberto Bagnai


  
(da Linate)

Sono molto stanco e, per motivi che saranno chiari leggendo, anche abbastanza disgustato dalla piega che le cose stanno prendendo, come credo lo siano molti di voi. Mi affatica soprattutto dover ripetere sempre le stesse cose, e mi sconforta la povertà culturale di certi dibattiti. Purtroppo sottrarsi ad essi non è possibile, per un motivo molto semplice. La crisi dell’Eurozona è in primo luogo una crisi politica, è la crisi di un certo modello di politica: quello deliberatamente e dichiaratamente impostato sull’uso della crisi economica come strumento di coercizione, finalizzato a condure le masse dove le élites illuminate desiderano che esse vadano (guardate tutte le citazioni/confessioni nella discussione di questo post).

Quindi, alla divulgazione tecnica, che è uno snodo essenziale del ragionamento e non può essere condotta con slogan “facilisti” (con buona pace del Donaldo furioso, che infatti si sta sgretolando), deve affiancarsi necessariamente una riflessione politica. Facilismo, ricordiamolo, fa rima con fascismo. Questo per l’analisi. Sarebbe poi bello poter affiancare alla riflessione una proposta politica... ma ora ne parliamo, appunto.
Ricevo da un giovine (con la ”i” di... fate un po’ voi) una simpatica lettera che vi riporto in extenso:

Salve Prof. Bagnai, da qualche mese leggo con piacere gli articoli pubblicati nel suo blog Goofynomics. Le sue teorie nei confronti dell’Euro , del Mes e del Fiscal Compact mi trovano completamente d’accordo e per questo volevo chiederle un’opinione su un tema che mi sta profondamente a cuore. Per fare questo le racconterò due storie.
Il protagonista della prima storia è un economista, bravo e attento nel suo campo. Da tempo ha capito che il fattore principale che sta alla base della crisi che sta attraversando l’Europa, ed in  modo principale alcuni paesi fra cui l’Italia, è stata la creazione dell’Euro che ha fatto sì che i paesi più deboli della periferia dell’eurozona non potendo più attuare politiche monetarie sovrane per ovviare alle loro debolezze  (es. svalutazioni) devono svalutare i salari e attuare politiche di austerità per stare al passo con i paesi del centro.  Conscio dell’importanza delle sue teorie  fa di tutto per divulgarle attraverso il suo blog, le sue conferenze le sue apparizioni in televisione. Purtroppo per lui riesce a raggiungere un bacino di utenza ridotto e non riesce a far breccia completamente nell’opinione pubblica. Opinione pubblica che oltretutto è continuamente bombardata da messaggi pro-Europa dai media di regime che sostengono da sempre la linea dei governi in carica. L’economista agisce in maniera deontologicamente perfetta cercando di divulgare la verità a tutti quelli che lo ascoltano ma purtroppo non riesce a raggiungere la massa e non viene ascoltato. La maggior parte delle persone rimane così convinta delle sue idee e i governanti hanno gioco facile a proseguire con le loro politiche di austerità dietro alla scusa di “ce lo chiede l’Europa”.
La conclusione sarà l’aggravarsi della crisi e della condizione del popolo che a un certo punto sfocerà  in rivolte di piazza  e lotte aspre. L’economista non vedrà raggiunto il suo scopo e i suoi sforzi non verranno ripagati.
La seconda storia parla invece di un soggetto che ha molta influenza sulle masse. Lui non è un economista ma ha capito che c’è qualcosa che non va nell’Europa o meglio nell’Europa strutturata in questo modo. Lui vuole provare a cambiare la situazione, vuole provare a fare in modo che la popolazione possa riprendere in mano il suo destino e il suo futuro. Sa anche che la popolazione è continuamente bombardata dai media sul concetto di Europa unita, dal concetto di “ce lo chiede l’Europa”, dal concetto di “Stati Uniti d’Europa”. Lui sa che, forte della suo carisma, della sua popolarità e dei suoi messaggi potrebbe arrivare ai vertici della struttura politica del suo paese e quindi cambiare davvero la situazione. Ma sa anche la massa o meglio una gran parte della popolazione plagiata dai media non capirebbe il messaggio del  “No Euro a tutti i costi” e quindi che potrebbe  rischiare di perdere parte del suo consensus  se lanciasse questo slogan e che quindi non riuscirebbe ad attuare un bel niente di quello che spera di fare. Questo soggetto decide allora di lanciare dei messaggi economici non troppo drastici, di critica all’Europa e di fiducia ai cittadini dicendo che saranno loro a decidere su tali temi tramite referendum. Questa strategia gli permette di mantenere un forte appeal nella popolazione, arrivando alle elezioni sostenuto da essa e riuscendo quindi a vincere le elezioni. In tal modo tale soggetto riesce a far entrare nelle istituzioni delle persone illuminate, come l’economista della prima storia che ho raccontato,  in maniera che tali persone possano davvero avere la possibilità di agire e cambiare le regole in maniera da uscire dalla crisi permettendo al popolo di risollevarsi.
Il secondo soggetto quindi ha agito in maniera più “commerciale”, più opportunistica se vogliamo, omettendo di dire a pieno la verità sull’euro ma è riuscito ad ottenere il suo vero scopo: inserire dentro le istituzioni delle persone che possano davvero cambiare la realtà.
Ecco, ho finito le storie. Se ha avuto la pazienza di leggerle fino in fondo avrà capito che io faccio parte del Movimento 5 Stelle, in particolare sono un attivista di Paperopoli. Io so che lei, e anche qualcun altro presente in rete, avete criticato le posizioni di Grillo sull’Euro, e che avete criticato il fatto che non abbia attuato una dura presa di posizione sull’argomento.
Ma come ha capito io penso che Grillo stia facendo bene a fare così, attuando un approccio più “commerciale” sull’argomento, un approccio che sarà sicuramente accolto in miglior modo da quella parte di popolazione che non ha la possibilità di informarsi in rete o che non ha il bagaglio culturale per capire certi argomenti.  Facendo così Grillo riesce a mantenere vivo il suo scopo che è quello di inserire persone oneste e competenti nei palazzi di poteri, come economisti del suo rango. E magari riuscirà a mettere anche persone rette nei luoghi in cui si riformerà la giustizia, la scuola, la sanità, il welfare, i trasporti….. come vede la battaglia sarà molto ampia e tratterà molti settori che vanno anche oltre l’economia.
Spero di non essere stato troppo contorto nelle mie spiegazione e sarei davvero contento di ricevere una risposta che mi potesse spiegare il suo punto di vista relativamente a quanto le ho scritto, in particolare modo sull’opinione che ho io del modo di agire di Grillo.
Ne approfitto anche per dirle che noi del gruppo di Paperopoli stiamo nel nostro piccolo provando a fare opera di divulgazione sui problemi legati all’Euro e a tutte le sue implicazioni. Così come fa lei sul suo blog in maniera più allargata. Anche se lei non concorda in pieno con l’agire del M5s, noi saremmo davvero lieti e onorati di poterla ospitare in una serata di divulgazione a livello cittadino che stiamo organizzando per la fine di Novembre. Sarebbe davvero un bel modo per poter spiegare tali argomentazioni anche a chi non segue spesso il web o che non ha tempo e competenze per seguire continuamente questi argomenti. Mi faccia sapere qualcosa.
Intanto la ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti

...aspetta a ringraziarmi, amico: aspetta di aver letto la mia risposta, che ho già dato e che quindi forse non capirai.

Perché vedete, ormai è un appuntamento quotidiano: e un giorno Debora, un giorno Lidia, un giorno Paolo, un giorno Claudio (immaginate quale), tutti a dirmi quanto è bello il movimento liquido, perché sì, il vertice è opaco (come ho rimarcato qui) ma la base è tanto volenterosa e tanto onesta, e decide in un modo un sacco libbero, un sacco democratico e un sacco bbello.

Allora.

Premesso che mi sono rotto i coglioni (mind my French) di essere inquadrato nello stereotipo del professorino che non sa parlare alle masse e non si impegna politicamente, stereotipo che dice più su chi lo ripete che su quanto sto facendo, vorrei entrare nel merito del ragionamento dell’amico paperopolese. Un ragionamento semplicissimo: il popolo certe cose non può capirle, quindi non perdiamo tempo a spiegargliele, anche perché siamo in emergenza, il tempo è poco, le prossime elezioni sono decisive (ah sì?). Diciamo dunque al popolo che i problemi sono altri, quelli dei quali sente parlare dai giornali (debbitopubblicocastacoruzzzzionebrutto), così ci viene dietro, e poi, al momento opportuno, raggiunto il potere... sorpresa! Caro popolo, la verità è un’altra: il problema sono gli squilibri esteri e il debito privato!

Oppure (meglio mi sento!): “Caro popolo, adesso decidi tu con un bel referendum nel quale sicuramente sceglierai la cosa giusta, dopo soli trent’anni di lavaggio del cervello a 90° gradi (con azzurranti ottici), e senza che noi abbiamo smosso un dito per farti capire come stanno le cose, a parte dar spazio sul blog che detta la linea politica del movimento alla rima in azzo e alla rima in demenza. Ma a questo punto saremo al potere, e comunque noi faremo la cosa giusta”.

Missione compiuta.

Questo ragionamento, credo lo vediate, brilla per semplicità ed efficacia, ma non per originalità. Perché? Semplice: perché la Realpolitik del nascondere al popolo la “verità”, o dell’ostentare una “diversa verità”, per meglio condurlo dove si vuole, è esattamente la filosofia politica dell’euro. E quando dico esattamente, intendo esattissimissimissimamente. Infatti, se ci fate caso, c’è anche la logica dell’emergenza: “presto, diciamo la qualunque pur di arrivare al potere alle prossime elezioni, che sono decisive (ah sì?)” equivale a “presto, facciamo le riforme strutturali di corsa che c’è la crisi”. Sono piccoli dettagli che solo chi ha un orecchio musicale può apprezzare.

Ma, come ci ricorda Satie : « Si la musique ne plaît pas aux sourds, même s'ils sont muets, ce n'est pas une raison pour la méconnaître ». E quindi facciamo attenzione a non méconnaître i fenomeni che abbiamo di fronte, fin che siamo in tempo.

Vedete, sopra, quando dico “verità”, intendo la “propria” verità, quella del politicante di turno: una volta Prodi, oggi Grillo. Se mi seguite da un po’, ricorderete che la mia personale e umile riflessione politica, alla quale da cittadino ritengo di avere diritto, dichiarando la mia incompetenza in materia, è partita proprio da qui: dal disgusto per il discorso di Aristide, per il paternalismo insito nella Realpolitik di chi ha occultato i costi dell’euro, sapendo esattamente che esso avrebbe provocato una crisi, e anzi desiderando usarla come strumento di governo, da chi sapeva che stava spingendo intere popolazioni ignare del nuoto dentro la piscina della crisi, fottendosene dei morti che poi ci sono stati.

Morti, capite, morti, vite umane, cazzo! Gente che si è uccisa per la disperazione, e gente che si è spenta in povertà e dignità e della quale nessuno di noi ha mai saputo e mai saprà nulla. Chiaro? Se si ragiona così, partendo dal presupposto che la verità può essere occultata, travisata, accantonata, alla fine ci sono i morti. Va bene? Voi ve la sentite, come evidentemente se la sentiva Aristide, di caricarveli sulla coscienza? Do per scontato di no. E allora cerchiamo di capirci bene: in che cosa differisce l’atteggiamento di Aristide da quello dell’amico paperopolese?

Secondo me in nulla.

Qualche sprovveduto dirà: “Ma Bagnai, scusa! Er mortazza ci ha mentito per tirarci dentro, Grillo dice una ‘diversa verità’, ci parla di cose tutto sommato irrilevanti, come byoblu ha ben dimostrato e tu avevi detto, ma lo fa per tirarci fuori! Sono due cose evidentemente diverse, sei ingiusto, uno voleva la cosa sbagliata, l’altro la cosa giusta, non puoi confonderli”.

Ecco, sì, va bene, allora tu l’euro te lo meriti. Tienitelo, finché c’è (per poco), che io parlo con gli altri.
Ci sono due evidenti cose che non vanno in questo ragionamento.

Il primo problema

Il primo problema è che la democrazia non è un contenuto, ma un metodo.

Chi disprezza il popolo, come fa, senza nemmeno rendersene conto, chi dubita della sua capacità di comprensione,  non è democratico. Non si può fare la cosa giusta nel modo sbagliato. Questa è esattamente la filosofia politica e operativa fascista dell’euro, filosofia che si è dimostrata fallimentare sul piano economico (devo spiegarvi perché?) e in fondo anche su quello politico. Qualsiasi appello al popolo che non parta da un impegno educativo forte è demagogico e fascista, oltre a essere déja vu.

E il “popolo”, se per popolo intendiamo gli operai, gli agricoltori, gli artigiani, gli impiegati, insomma: noi, il popolo capisce, capisce e come, se gli parli. Questa è la mia esperienza. L’esperienza di gente che mi viene a ringraziare, dicendomi più o meno sempre la stessa cosa: “Noi sentivamo che era così, ma i nostri politici, i nostri giornali, erano compatti nel dirci il contrario, e pensavamo di esser noi a sbagliare”. Quindi temo non sia giustificato il disprezzo del popolo implicito in chi vuole condurlo con la tecnica del falso scopo, che andrà anche bene in balistica o in orienteering, ma non mi sembra consona alla democrazia.

Mi dispiace, Paolo, io ti ho ammirato per il tuo coraggio e per la tua lucidità, e continuo a farlo, ma nella mia rozzezza, non potendo vantare competenze specifiche in filosofia della politica, non capisco come tu possa non vedere questo macroscopico problema di democrazia. Non si può dire: “intanto prendiamo il potere (o la Sicilia, o quel che l’è), poi si vedrà”. Non può funzionare così. Così funzionano quelli che disprezzo. E non me ne fotte niente se ragionando come ragiono io non si cambia la storia. La Storia non la cambiate nemmeno voi, col vostro metodo. Potrete incresparne la superficie, ma rimane il fatto che non avete un cambio di paradigma da proporre, salvo “er ueb”, non avete un’idea di come ci si tiri fuori operativamente da questo casino, non avete un’idea di quale patto proporre agli altri paesi europei per un nuovo percorso di integrazione che abbia un senso, percorso che necessariamente passa per una revisione della costituzione materiale economica del nostro continente, non avete un’idea di come trasmetterlo ai vostri elettori, ai quali siete costretti quindi a fare discorsi che mortificano la vostra statura intellettuale e morale.

Inutile dire (come Debora): “Arbe’, ma se Grillo parla dell’euro lo tritano, fallo fare, poi vedrai...”.
Non ne sarei così sicuro. Intanto, se volessero/potessero tritarlo, lo farebbero già, visti i danni che arreca. Ma perché non lo fanno? Pensiamoci...

In questo momento il potere, quello vero, sta giocando un gioco molto chiaro: screditare, con una serie di scandali a orologeria, tratti dallo sterminato archivio dei segreti di Pulcinella, l’intera politica italiana, direi proprio l’idea che in Italia si possa fare politica. Lo scopo è palese: accreditare l’idea che sia meglio lasciare il potere ai tedeschi, o almeno ai tecnici. E perché mai il potere dei tecnici dovrebbe tritare l’antipotere di Grillo? In fondo, quest’ultimo in realtà gli sta dando una grossissima mano nell’eliminare quel presidio di democrazia che è la classe politica. Presidio imperfetto, corrotto, inefficace, datato, tutto quello che vuoi, ma pur sempre presidio, se paragonato ai tecnocrati ineletti. Se ti vuoi togliere di mezzo i politici per lasciare le mani libere ai tecnici, cosa c’è di meglio di un simpatico e geniale invasato che attraversa a nuoto bracci di mare per sbraitare contro la politica corrotta?

Magari Grillo non sta toccando l’euro semplicemente perché gli è stato chiesto di non farlo, perché il suo ruolo è un altro. Mi affretto ad aggiungere che credo e soprattutto spero che questa possibilità sia in effetti remota e che le cose non stiano così.

Ma anche presumendo, come si deve fare, la buona fede, l’argomento dell’amico paperopolese (o di Debora) è comunque poco convincente, perché per dire una verità almeno parziale non c’è alcun bisogno di parlare dell’euro. Basterebbe non ripetere la menzogna propalata dalle élite europee, secondo la quale la colpa della crisi è tutta del debito pubblico. Basterebbe spiegare che chi sta fallendo sono famiglie e imprese (e banche), che quello che è lievitato è il debito privato, e che i movimenti internazionali di capitali sono stati un fattore dirompente molto più della castacriccacoruzzione, e che la colpa è delle banche private che hanno prestato in modo dissennato a debitori privati, perché avevano interesse a farlo. Non è un'idea mia, non è un'idea sovversiva: lo sarà in Italia, ma all'estero è un'idea del tutto ovvia.

Non ci vorrebbe molto a farla capire.

Ripeto: il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta. Il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata, rinviando tutto a debitopubblicobbruttocastacriccacoruzzioneladriiiiiii.

Forse non è chiaro: il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata. Il problema non è che Grillo non dia la diagnosi giusta, il problema è che dà sistematicamente quella sbagliata.

Chiaro?

Per chi è rimasto, proseguo col secondo problema (il primo essendo che la democrazia non è un contenuto ma un metodo)

Il secondo problema

Il secondo problema di questa bella strategia two step (prima vado al potere dicendo cose inesatte o poco pertinenti, poi però faccio la cosa giusta) è che abbiamo già visto come va a finire: la strada sbagliata non porta mai nel posto giusto, con buona pace dei politici, dei politicanti, e dei loro consiglieri. Gli economisti lo chiamerebbero un problema di time consistency, Dante lo chiamava “lunga promessa con l’attender corto”, e sapete dove si va a finire in questi casi: al caldo!

Mi spiego: posto che “la cosa giusta” sia gestire lo sganciamento dell’Italia dall’euro, intanto nessuno ci garantisce che una volta preso il potere sulla base di un messaggio distorto il movimento si adoperi per la “cosa giusta”. Attenzione: non sto presupponendo una intenzionalità truffaldina. Il fatto è che se tu vai al potere ululando debitopubblicobbruttocastacriccacoruzzioneladriiiiiii, poi è chiaro che se vuoi mantenere il tuo elettorato e un minimo di credibilità ti devi lanciare in politiche pinochettiane di riduzione del government footprint, di peso dello Stato nell’economia, che in questo momento è l’ultimo dei problemi. Devi insomma anche tu sposare l’austerità (sotto le nobili e mentite spoglie di lotta allo sprecocriccacastacoruzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzione). Non ci son santi. Il problema, nel conquistare il potere con la menzogna, non è che uso fai del potere, ma è la menzogna, perché questa allontana per sempre la possibilità di un confronto veramente democratico, e condiziona chi la profferisce tanto quanto chi la subisce.

Se le cose non cambieranno, amico paperopolese, dovrai scontrarti con questa sgradevole verità: la rivoluzione, in questo momento, in Italia, la stanno facendo quelli come me, e sono sempre di più, che dicono la verità: mostrano i dati, riportano le analisi degli economisti internazionali, riportano le previsioni delle organizzazioni multilaterali e dei centri di ricerca più prestigiosi. Quelli come te forse (e dico, e spero: forse) stanno solo canalizzando il dissenso in un movimento fumoso e strumentalizzabile, del tutto compatibile con gli attuali assetti di potere.

Sintesi

E adesso io quello che dovevo dire l’ho detto. Chi lo voleva capire lo ha capito. Chi lo poteva capire lo ha capito. Chi non voleva o non poteva... pazienza! La palla è in campo ortottero. Giocatevela bene. Se la base è così liquida e democratica, se non è composta dai piccoli dr Livore antistato, fradici di invidia sociale e mentalmente svantaggiati al punto da non capire che la spesa pubblica è reddito privato, bene: questa base forse ora dovrebbe dare un segnale chiaro. Dite basta alle menzogne. Non permettete che di fronte al più colossale fallimento del mercato della storia dell’umanità vi si venga a ripetere che la colpa è dello Statodebitopubblicacastacoruzzzionemannnamoliaccasaaaaaaa. Non fatevi prendere in giro.

Aggiungo che ringrazio molto l’amico paperopolese per la sua stima. Io vorrei ricominciare a vivere una vita più tranquilla, ma se mi scrivete vi do un’intera mailing list di merlettaie della sinistra pronte a passare sotto bandiera ortottera, dopo che avranno preso l’ennesima inevitabile sòla dai vertici del Partito di Destra o del partito Fognatore. Per i sottosegretariati c’è la fila, state tranquilli. Di economisti, al momento giusto, non mancherete (credo), e saranno anche eterodossi quel tantino che potrebbe piacere a voi.

Ma se la rappresentazione della realtà che i vostri vertici propalano (lanciando il sasso e nascondendo la mano, in nome del “tutte le opinioni vanno ascoltate”) non dovesse cambiare nei prossimi giorni, be’, allora sapete che c’è: not in my name.

E siccome è mio destino non essere originale, né nell'elaborazione teorica (come sempre sottolineo e mai viene capito) né in quella politica, vi regalo il commento dell’amico Alex al post di ecodellarete, un commento sintetico più del mio ed efficace più del mio:

Ieri leggevo la letterina a Babbo Natale del Commovente Rabboni!
Un discorso da far invidia al mitico “Aristide” di Bagnaiesca memoria! Poiché la gente non capisce un cazzo mentre  noi sì,  meglio un imbonitore da circo che continui ad impapocchiarli per bene naturalmente al fine di “inserire persone oneste e competenti nei palazzi del potere,” (questa poi, cazzo, presumo niente di meno che SanFrancesco, Ghandi, Martin Luther King, Sant’Agostino, e Maria Teresa di Calcutta (le quote rosa vanno rispettate);  se proprio poi la situazione risultasse  gravissima giocheremmo il Jolly facendo scendere in campo LUI, Gesù Cristo in persona) che un oscuro esegeta di provincia,  che nell’esporre le “SUE TEORIE” (ripetuto 123 volte) si affatica a tentare di far percolar la “dura” verità nel Cranio refrattario della gente! 
Fantastico! Se questo è il futuro, Stamo in una botte de fero!

Ecco, chissà perché, anche Alex, nel leggere l’amico paperopolese, ha pensato ad Aristide. Guarda caso, non sono solo, siamo in due. E forse anche più di due, se andate a vedere la discussione in ecodellarete. Che dite, lo facciamo uno sforzo? Vogliamo capire e dire che non ci sono mie teorie, ma eventualmente teorie di un paio di premi Nobel di passaggio? Vogliamo capire e apprezzare la differenza fra chi fornisce i dati e chi fornisce fuffa? Dai, proviamoci, che poi, vedrete, staremo meglio tutti.

La verità è come la cicoria. All’inizio sembra amara, ma poi non puoi più farne a meno. Anche il vostro popolo sembra non possa più farne a meno. Ecco l’occasione giusta per capire se nel movimento comanda davvero la base. Buon lavoro, fateme sape’: a proposito di base "liquida", io devo fare il bagno ai pupi...

Se vedemo.

E, come si dice a Roma, nel caso non ci vedessimo, speriamo sia per colpa vostra. Con la variante del mio amico di Montecompatri, il quale si congedava sempre da me con queste sagge parole: "Oggi ce semo, domani nun ce sei". Potrebbe anche valere per il gagliardo movimento. Mi dispiacerebbe, ma ho elaborato lutti peggiori. Nessun lutto è peggiore di quello della verità. PenZatece...